Dobbiamo necessariamente partire dalla tavola degli elementi: questo perchè tutti gli elementi chimici presenti in natura vengono suddivisi in metalli, semi-metalli e non metalli per effetto della loro composizione atomica. I metalli sono veramente numerosi, per cui tralasceremo l’idea che esistano in purezza. Più spesso in natura si trovano legati con altri elementi a formare minerali metallici.

L’uomo estrae e lavora questi minerali, ad esempio dalla ferrite ricava il ferro (Fe), e se ne serve mediante la creazione di leghe, cioè combinazioni di diversi metalli. Poichè, come è facile intuire, il materiale metallico più diffuso ed utilizzato è il ferro, si distinguono solo 2 tipi di leghe: leghe ferrose e leghe non ferrose.

LEGHE FERROSE

L’elemento principale è il ferro, varia il tenore di un secondo elemento che le costituisce: il carbonio (C). A seconda di questa percentuale si ha una variazione delle proprietà meccaniche e tecnologiche, che porta alla suddivisione secondo due tipologie: ACCIAIO e GHISA.

LEGHE NON FERROSE

In questo caso l’elemento principale non è il ferro, per cui si hanno leghe diverse a seconda del loro componente principale:

Dal punto di vista del riciclaggio, il consumatore medio non farà molta fatica…in caso di dubbio bisogna prestare attenzione a soli due codici in particolare: FE (n°40) e ALU (n° 41), il primo riferito alle leghe ferrose (sostanzialmente, per diffusione, all’acciaio); ed il secondo al “principe” della categorie non ferrose per ciò che riguarda i prodotti di largo consumo: l’alluminio.

FOCUS: I R.A.E.E.

Pensando a quanto ci costa, in termini ecologici ed economici, l’estrazione mineraria dei minerali contenenti i metalli, capiamo bene quanto sia imprescindibile provvedere ad un corretto recupero dei materiali metallici da avviare a riciclo. Una corretta differenziazione in fase di raccolta, come sempre, è il primo passo da cui partire: questo tocca a noi, in quanto chiamati a separare correttamente l’alluminio, la lega non ferrosa di più frequente utilizzo domestico.

Ma gli altri materiali metallici? Molto spesso si trovano sotto forma di rifiuti ingombranti (uno stendino, il telaio di una bicicletta…), per cui l’utente si trova a dover contattare il gestore locale della raccolta a domicilio o a dover raggiungere la più vicina isola ecologica per un corretto conferimento del rifiuto. Ciò accade, a maggior ragione, per una categoria di rifiuti molto particolare e molto ricca in materiali metallici: i RAEE.

I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (TV, PC, smartphone, frigoriferi, lavatrici ed ogni elettrodomestico di scarto: raggruppati in 10 categorie nella direttiva 2012/19/UE) sono concentrati di differenti materiali, alcuni di notevole valore e decisamente inquinanti. La loro eterogeneità fa sì che le loro modalità di recupero. trattamento e smaltimento debbano essere definite caso per caso in base alle caratteristiche, alla composizione, e soprattutto alla presenza di sostanze pericolose.

Ad esempio, i clorofluorocarburi (CFC) contenuti nei circuiti di refrigerazione dei vecchi frigoriferi, i tubi catodici dei vecchi televisori, piombo, mercurio e ritardanti di fiamma sono pericolosi per la salute dell’ambiente. Viceversa, dai RAEE si estraggono anche materiali rari e preziosi di cui è importantissimo prevedere il recupero. Vediamo l’esempio dei materiali rari contenuti, in media, in un singolo smartphone: